ITALIA

I "Bersaglieri" dell'Aquila, eroi e martiri del terremoto

Ogni catastrofe genera nella sciagura i suoi eroi ed i suoi martiri. Il club di rugby dell’Aquila, città che ha visto la morte di almeno 200 persone nella giornata di lunedì, ne annovera entrambi.

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Ogni catastrofe genera nella sciagura i suoi eroi ed i suoi martiri. Il club di rugby dell’Aquila, città che ha visto la morte di almeno 200 persone nella giornata di lunedì, ne annovera entrambi.

La città medievale dell’Aquila, nell’Italia centrale, è sempre stata una delle patrie del rugby italico. A seguito di un terremoto che ha ridotto gran parte della città e delle aree limitrofe in un cumulo di macerie, il celebrato club di rugby è ancora una volta sotto i riflettori. Un ragazzo della squadra, il ventenne Lorenzo Sebastiani, è tra le più di 200 vittime contate ad oggi e gran parte dei compagni si è distinta per aver giocato un ruolo chiave nelle operazioni di salvataggio, a rischio ciascuno della propria vita. Abbiamo parlato con due “Bersaglieri”, come sono chiamati i rugbysti aquilani.

Il post è stato redatto con l’aiuto del nostro Observer in Italia, Alberto Celani, per il quale l’eroismo dei giocatori aquilani non è una sorpresa. Come egli ci ha riportato: “L’Aquila è conosciuta in Italia per essere un club di rugbysti tosti e forti di carattere, che non mollano mai”.

“Non capisco perchè le autorità non ci hanno dato maggiori avvertimenti sulla minaccia”

Emanuel Giacoponi, giocatore argentino, fa parte dell’Aquila rugby da ottobre 2008, come molti dei suoi compagni, egli stava dormendo nella residenza degli atleti al momento del terremoto.

Mi sono svegliato tra le urla e i muri che tremavano. Ho indossato velocemente dei vestiti e sono scappato fuori con il mio coinquilino. Dopo alcuni momenti di chaos abbiamo cercato rifugio nel parcheggio sotterraneo appena fuori il centro della città con numerose altre persone.

La nostra residenza è stata relativamente risparmiata dal terremoto. L'unico dei miei compagni che è mancato, Lorenzo Sebastiani, si era fermato a dormire a casa di amici in centro. Hanno trovato il corpo di ieri, ma il riconoscimento è stato possible solo questa mattina grazie al tatuaggio sul suo corpo. Si tratta di una vera e propria tragedia: eravamo un bel gruppo e una buona squadra. Era uno dei più giovani. Perdere un caro amico è sempre difficile, è ancora peggio quando lo perdi così all’ improvviso.

Le autorità locali stanno invitando i residenti ad evacuare la città nel caso si verifichi un altro terremoto. Il centro città è area interdetta ai civili. Gli stadi vengono utilizzati per ospitare le tende per gli sfollati, e le nostre sessioni di allenamento sono state sospese. Cercherò e recuperare alcune delle mie cose da domani, i vestiti che indossa sono adesso gli unici che ho. Andrò a Udine (nord-est d’Italia), la città dove giocavo prima di venire qui. Non so che cosa succederà in futuro. Non mi spaventa di continuare a giocare per L'Aquila, ma le nostre strutture sportive e di soggiorno sono stati danneggiate, così può essere difficile avviare di nuovo la stagione.

Sono stati registrati lievi tremori da gennaio, che progressivamente si sono intensificati. Non capisco perché le autorità non ci hanno avvertito maggiormente della minaccia di una scossa più forte, e su come comportarsi in questa evenienza. Ciò avrebbe potuto salvare vite umane, compresa quella del mio compagno Lorenzo."

"Siamo esausti e assolutamente distrutti, ma nessuno vuole mollare"

Dario Pallotta, 25 anni, è un giocatore dell’Aquila rugby. Dopo aver preso parte attivamente alle operazioni di soccorso, egli ha rilasciato il suo racconto degli attimi immediatamente successive al sisma.

Appena dopo il terremoto tutti correvano fuori per scappare dagli edifici pericolanti. Dirigendoci tutti verso la piazza ho sentito una voce di donna che chiedeva aiuto. Era intrappolata all’interno della casa. Il crollo della scala aveva bloccato la porta di ingresso, così l’ho dovuta buttare giù. I tubi erano rotti, gli ambienti umidi con un forte odore di gas nell’aria. Ho trovato una donna anziana con suo marito e li ho caricati in spalla a turno per portarli fuori.

Successivamente ho sentito che era richiesto aiuto all’interno dell’ospedale principale, nel quale alcuni piani erano sul punto di crollare. Ci siamo passati voce tra compagni di squadra e siamo accorsi. Abbiamo aiutato ad evacuare i pazienti e l’attrezzatura necessaria. E’ stato allestito un ospedale da campo in un campo limitrofo.

Il nostro stadio è diventato un enorme campo per ospitare gli sfollati. Noi siamo esausti e assolutamente distrutti ma nessuno vuole lasciare il posto. Certamente possiamo subire alter scosse – ne è stata registrata un’altra forte questa mattina. Vogliamo rimanere a fare il possible per aiutare.”

Solidali sul campo, e nell'avversità

Source: site officiel de l'Aquila Rugby